solo profumo di risotto, altro che smog

venerdì 28 gennaio 2011

Pubblicato da Lydia 36 commenti


In questi giorni Milano profuma di risotto.
Le voci che corrono circa il superamento del limite delle polveri sottili sono false e tendenziose, non credete a quello che vi dicono giornali e telegiornali, l'unica polvere che si vede in questi giorni è il grana per mantecare i risotti, null'altro.
Le centraline ARPA hanno preso lucciole per lanterne.
Che qualcuno avverta la signora Moratti, o chi per essa, che rimuova il blocco delle auto domenica e ci lasci andare tranquilli e sereni in via Gattamelata.
In questo clima risottifero e nell'attesa di Un risotto per Milano, Winelove ed Identità Golose non potevo che preparare un risotto.
Si ringrazia la Spilucchina per la fornitura di baccalà mantecato, la ricetta originale è da lei, io per comodità e completezza la riporto anche qui.

RISOTTO CON CREMA DI CECI E ROSMARINO E QUENELLE DI BACCALA' MANTECATO

per 2 persone
200 g di riso carnaroli
100 g di ceci secchi (io ho usato i ceci di cicerale per campanilismo e perchè mi piacciono, voi usate quelli che volete)
rosmarino
olio extra vergine d'oliva
cipolla
baccalà mantecato

Mettere a bagno i ceci la sera prima e poi lessarli in abbondante acqua con qualche rametto di rosmarino.
Frullarne buona parte condendo con dell'olio e.v.o.
In un tegame con dell'olio appassire mezza cipolla di piccole dimensioni (aggiungere eventualmente un po' d'acqua per evitare che si attacchi), versare il riso e farlo tostare.
A questo punto aggiungete la crema di ceci ben calda, e poi pian piano dell'acqua bollente in cui avrete messo in infusione un rametto di rosmarino, e portare a cottura.
Terminata la cottura mantecare con dell'olio e.v.o. e completare con le quenelle di baccalà mantecato.

BACCALA' MANTECATO ALEX ASNAGHI

baccalà già ammollato
olio buono
uno spicchio d'aglio tagliato in quattro
pepe
cucchiaio di legno e santa pazienza

Mettere il baccalà in acqua fredda e farlo bollire 15 minuti circa. Scolarlo (io ho conservato un bicchiere d'acqua di cottura), pulirlo dalla pelle e dalle lische, peparlo e inserirlo in un contenitore alto e stretto. Iniare al lavorare il pesce con il cucchiaio di legno aggiungendo pian piano, olio a filo. Rigiratelo come se fosse una polenta, rompendo a poco poco così le fibre e montando in questo modo il composto. Continuate aggiungendo olio fino alla consistenza desiderata (io alla fine ho aggiunto un paio di cucchiai d'acqua di cottura). Distribuirlo in un contenitore e infilarci dentro per mezz'ora lo spicchio d'aglio tagliato in quattro a dare profumo.

le 4 giornate di Milano e il quarantotto goloso

mercoledì 26 gennaio 2011

Pubblicato da Lydia 33 commenti


Qui a Milano siamo tutti in gran fermento, ci stiamo preparando a 4 giornate di fuoco.
Sabato arrivano Edda da Parigi, Fabrizio da Roma e il gruppo Calicanto da chissàddove, domenica Giovanna da Napoli, e poi Corrado dalla sua Toscana, Federico da Genova, solo per citare qualche nome amico.
Tutti qui per partecipare a 4 giorni dedicati al cibo, alla cucina d'autore e alla beneficenza, un vero quarantotto insomma.
L'anno scorso vi avevo parlato di Identità Golose, il congresso di cucina d'autore che oramai da 7 anni Paolo Marchi organizza a Milano facendo convergere il fior fiore della cucina nazionale ed internazionale.
Quest'anno Identità Golose si terrà 30/31 gennaio e 1 febbraio presso il Milano Convention Centre in via Gattamelata 5.
Strettamente legate ad Identità Golose le due manifestazioni parallele: "un risotto per Milano" e "winelove".

"Un risotto per Milano", si terrà sabato 29 gennaio nel centro di Milano.
Cinque degli chef più grandi di Milano prepareranno nelle loro cucine altrettanti risotti ed il ricavato della loro vendita andrà devoluto all'Anlaid.
I coupon per un costo di minimo 8 euro sono in prevendita all'Urban Center in galleria.
Per tutte le informazioni del caso vi rimando alla locandina in apertura e al sito.

"Winelove" è invece una manifestazione aperta al pubblico che si terrà da sabato 29 a lunedì 31 gennaio al Milano Convention Centre in via Gattamelata 5, dove 11 chef presentati da 11 bloggers cucineranno 9 risotti.
Io sono una dei blogger prescelti ed avrò il piacere di presentare nientepopòdimenochè Daniel Canzian del Marchesino con il suo risotto ca pummarola n'coppa. Un risotto che almeno dal nome mi riporta dove sono venuta.
Vi risparmio il racconto della paura di fare figuracce e di essere del tutto inadeguata.


Questo il programma
SABATO 29
H 16 Cesare Battisti - presenta Barbara Torresan
H 18 Matias Perdomo - presentano Chiara e Angela Maci
H 20 Matteo Torretta - presenta Edda Onorato

DOMENICA 30
H 12 Daniel Canzian - presenta Lydia Capasso
H 14 Viviana Varese - presenta Sandra Salerno
H 16 Andrea Besuschio - presenta Serena Rusnati
H 18 Alessandro Negrini e Fabio Pisani - presentano Mariachiara Montera e Fabrizio Roych

LUNEDI' 31
H 11 Christian e Manuel Costardi - presenta Genny Gallo
H 13 Stefano Deidda - presenta Laurel Evans

nordità

lunedì 24 gennaio 2011

Pubblicato da Lydia 30 commenti

Pare che oramai io sia affetta da nordità.
Continuo a sfornare sbrisolone mantovane, gulash, brasati, mascarponi e panettoni.
Però lo giuro: non ho perso il mio accento, continuo a pronunciare "un uomo nuovo con un uovo nuovo" con le O chiusissime e continuo a sognare sfogliatelle, pizze e mozzarelle decenti.
Direttamente da "la cucina nelle dolimiti" di Annaliese Kompatscher:

TORTA DI GRANO SARACENO

250 g di burro morbido
250 g di zucchero
6 uova
250 g di farina di grano saraceno
250 g di mandorle macinate
estratto di vaniglia
marmellata di mirtilli rossi

Montare il burro con 150 g di zucchero ed i tuorli. Aggiungere la farina, le mandorle e l'estratto di vaniglia e mescolare.
Montare a neve le chiare aggiungendo lo zucchero rimanente a metà dell'operazione.
Incorporarli delicatamente nella massa di burro, zucchero e farina.
Versare la massa in una teglia imburrata e infarinata e far cuocere a 180° per 50 minuti circa.
Lasciare raffreddare il dolce, sformare e tagliare a metà.
Farcire con marmellata di mirtilli rossi (ammetto che io ho usato una composta di mirtilli neri), spolverare con zucchero al velo.

N.B.Io ho fatto metà dose in una teglia da 20 cm di diam ed ho aggiunto per sicurezza mia 1/2 cucchiaino di lievito chimico

un duro allenamento

venerdì 21 gennaio 2011

Pubblicato da Lydia 40 commenti


E' già qualche mese che mi alleno indefessamente.
Nessuna maratona, nessuno sport estremo, semplicemente diventerò zia.
Nel giro di pochi mesi mio fratello e due care amiche mi renderanno 3 volte zia, ed io mi sto impegnando a diventare la migliore zia che queste dolci creaturine possano desiderare.
Ho già tirato fuori le favole al telefono di Gianni Rodari, sto immaginando le torte da preparare per compleanni, battesimi, onomastici e comunioni, i giochi da fare insieme, i posti dove andare (avrei già pensato ad Eurodisney per il quinto compleanno, gli Uffizi per il sesto e Pierre Hermè per il settimo).
Vorrei essere la zia figa con cui divertirsi, a cui portare a conoscere i nuovi amichetti, da cui andare a pranzo o a chiacchierare della vita, quella a cui telefonare per raccontare dei bei voti a scuola o anche di quelli brutti (pochi però), quella con cui andare in giro per il mondo.
Se qualcuno di voi avesse qualche consiglio o fosse a conoscenza di una formula infallibile per diventare la zia preferita, è pregato di farsi avanti e parlare.
In questi giorni mi sto dedicando ai menu della zia.
Siccome, si sa, i bambini non amano gli spinaci, ho pensato bene di nasconderli nelle polpette, pensate che potrebbero gradirle o invece utilizzarle per il tiro al bersaglio utilizzando la zia superfiga come bersaglio all'urlo di "viva le patatine fritte"?
A me, che sono un'amante di brodini e zuppette, devo ammettere, sono piaciute.

POLPETTINE DI CARNE, SPINACI E RICOTTA IN BRODO

per 2 persone
100 g di macinato di primissima qualità
1 bella manciata di spinaci lessati e ben strizzati
1 cucchiaio di ricotta bella asciutta
1 turlo d'uovo
1 cucchiaio abbondante di parmigiano grattugiato
1 manciata di provolone dolce grattugiato
1 pizzico di sale
pan grattato quanto ne serve per ottenere una giusta consistenza dell'impasto
brodo vegetale o di carne

Impastare la carne, gli spinaci sminuzzati, la ricotta, il parmigiano, il provolone, il tuorlo e il sale, se l'impasto è troppo molle aggiungere del pan grattato fino ad ottenere un composto sostenuto, che non si disfi.
Portare ad ebollizione il brodo, io ho usato un brodo vegetale ma va benissimo anche di carne, formare delle polpettine grandi come una noce ed immergerle delicatamente nel brodo.
Vedrete che cuoceranno in pochi minuti.
Servitele con una bella spolverata di parmigiano.
Se preferite potete friggerle, cuocerle in umido nel sugo di pomodoro o come più vi piace.
Io con un avanzo di impasto ho fatto dei polpettoncini ripieni di prosciutto crudo e provola cotti in forno

provincialismi

mercoledì 19 gennaio 2011

Pubblicato da Lydia 39 commenti


In fondo, ad essere sincera neanche tanto in fondo, io sono proprio una sempliciotta, sono provinciale, piccola e pure limitata.
Si, mi piace viaggiare, girare, conoscere, fare esperienze, e mi piace molto anche gustare la cucina dei luoghi in cui vado, insomma non sono di quegli italiani che cercano la pizza nel Tamil Nadu o che vanno al Mc Donald a Mosca.
Però, c'è un però, ad un certo punto io vado in astinenza da pasta.
Dopo qualche giorno mi si appallano gli occhi, partono i tremori, i sudori freddi e le allucinazioni, comincio a sognare e a vedere pasta in ogni dove, quindi la prima cosa che faccio quando torno a casa felice del mio viaggio, delle tajine, delle paelle, delle samosas, dei couscous assaporati, è farmi un gran bel piatto di pasta, 2 etti almeno.
Poi sono pronta per ripartire.

PESTO DI SPINACI, NOCI E RICOTTA
per 2 persone
1 bella manciata abbondante di foglie tenere di spinaci freschi
4 noci sgusciate
1 cucchiaio di ricotta fresca
1 manciata di parmigiano
1 pizzico di sale
olio

Se siete dei puristi usate il mortaio e mettetevi all'opera.
Io che non lo sono metto tutto violentemente nel frullatore e aggiungo olio fino a che non ottengo la giusta consistenza, poi assaggio e vedo se manca qualcosa.
Quando lessate la pasta ricordatevi di mettere da parte un po' di acqua della cottura da utilizzare eventualmente occorresse per stemperare un po' il pesto.
La presenza della ricotta in questo pesto vuole essere un richiamo alla prescinseua che alcuni mettono nel pesto alla genovese

potevate anche dirmelo prima

lunedì 17 gennaio 2011

Pubblicato da Lydia 35 commenti


Tutta colpa di Virginia che avrebbe anche potuto avvertirmi prima che la sbrisolona mantovana si prepara in un baleno, è buona da morire, riscuote grandi consensi ed è divertente da mangiare.
Si, avete letto bene, è divertente da mangiare, c'è una grande soddisfazione a spezzarla con le mani, sembra anche di mangiarne di meno e ci si sente un po' meno in colpa, il che non guasta.
D'ora in poi quando mi capiterà di avere il tempo contato e di dover preparare un dolce, la sbrisolona sarà la mia arma segreta.
La ricetta è copiata pari pari dalla spilucchina, io ho solo diminuito lo zucchero di una ventina di grammi e dimezzato le dosi per uno stampo da 24 cm di diametro.

Sbrisolona mantovana

200g farina di mais fioretto
200g farina 00
200g zucchero
200g mandorle con la buccia
110g strutto
90g burro (tirato fuori dal frigo qualche minuto prima)
2 tuorli
un pizzico di sale (alla vaniglia)
una grattugiatina di buccia di limone

Tritare grossolanamente 150g di mandorle (quando frullo la frutta secca lo faccio sempre con un po' di zucchero così che eventualmente quest'ultimo ne assorba gli oli rilasciati) e unirle allo zucchero, al pizzico di sale e alle due farine creando un composto omogeneamente miscelato.
Aggiungere i due tuorli, la buccia di limone, il burro e lo strutto e lavorare l'impasto fino ad ottenere una consistenza granulosa.
Imburrare una grossa teglia (io ne ho usata una tonda da pizza) e distribuirvi sopra l'impasto, mantenendone i "grumi" (non appiattite la superficie) e ottenendo così uno spessore di circa 2cm.
Distribuirvi sopra i 50g di mandorle rimanenti, incastrandole nella pasta e infornate a 180 gradi per 40-45 minuti.
Coprite la superficie con dell'alluminio dopo una ventina di minuti onde evitare che le mandorle superficiali si brucino.

un buon motivo per diventare vegetariana, anzi no

venerdì 14 gennaio 2011

Pubblicato da Lydia 42 commenti

Penso che presto, molto presto, diventerò vegetariana.
Non per ragioni etiche, che pure sarebbero buone e giuste, non per ragioni filosofiche, mi picco di essere stata rimandata in filosofia ogni anno al liceo, io e la filosofia siamo un po' come il diavolo e l'acqua santa, non per ragioni salutistiche, sono la persona meno salutista che conosca visto che pratico pochissimo sport, anzi ripensandoci proprio nessuno in questo periodo, e mangio in maniera disordinata e disorganizzata. Semplicemente perchè non la so fotografare (si lo so, sembro un disco rotto, ho già ampiamente espresso la mia frustazione qui e qui, vi prego di avere un po' di pazienza).
Oramai è in corso una guerra fotografica aperta tra me e la carne: lei non si mette in posa, non mi sorride, non si rende attraente e io oramai mi impegno poco, pochissimo direi, la metto su un piatto senza troppa cura e la fotografo frettolosamente.
Questo ottimo gulash, ispirato a quello de "la cucina nelle dolimiti" di Annaliese Kompatscher stava rimanendo tra le bozze del blog.
Poi ci ho ripensato, e siccome le colpe dei padri non devono ricadere sui figli, eccolo a voi.


GULASH DI MANZO CON SPAETZLE INTEGRALI
per 4 persone

per il gulash
1 kg di polpa di manzo
750 g di cipolle
1 spicchio d'aglio
olio
1 bicchiere abbondante di vino rosso
1 cucchiaio di aceto
1/2 cucchiaino di cumino
2 cucchiai di paprika dolce
buccia di limone grattugiata
1 cucchiaio di succo di limone
acqua q.b.
sale
pepe

Affettate la cipolla e fatela dorare assieme allo spicchio d'aglio in un tegame con dell'olio. Eliminate l'aglio e raccogliete su di un lato del tegame la cipolla, fate rosolare la polpa di manzo tagliata a pezzetti nella parte di tegame "libera", mescolatela con le cipolle e fate rosolare ancora per qualche minuto fino a quando non si attacchino quasi al fondo del tegame.
Annaffiare con il vino rosso e con l'aceto, lasciare evaporare e salare. Spolverare con la paprika, allungare con un paio di bicchieri di acqua e far cuocere a fuoco lento per un'oretta e mezza circa.
Aggiungere il succo e la buccia del limone, il cumino ed una leggera spolverata di pepe e lasciar cuocere per una decina di minuti.
Fate attenzione che il gulash sia bello sugoso da poter così condire gli spaetzle.

Per gli spaetzle integrali

3 uova
350 g di farina (di cui 150 g integrale e 200 g 00)
200 g di latte intero
sale
(questa è la ricetta base per la pastella, voi potete giocare con le farine e aggiungere spinaci lessati, strizzati e tritati, zucca o quello che più vi aggrada)

Mescolare con cura tutti gli ingredienti fino a formare un impasto piuttosto fluido, fatelo riposare un'oretta (vedrete che l'impasto comincerà a fare delle bolle).
Mettete un tegame capiente con dell'acqua sul fuoco e portatela ad ebollizione, salatela e appoggiateci sopra la vostra fantastica grattugia per spaetzle. Con un mestolino versate il composto fluido nella vaschetta e "grattugiate" cioè muovete la vaschetta nel binario avanti e indietro facendo cadere gli gnocchetti nell'acqua, aspettate che salgano a galla e tirateli fuori con una schiumarola.
Conditeli con un filo d'olio e serviteli con il gulash ed il suo sugo.

P.S.
Se per avventura dovesse mancarvi la grattugia per spaetzle correte a comprarla, è una di quelle caccavelle senza cui non si può vivere...

memories

mercoledì 12 gennaio 2011

Pubblicato da Lydia 34 commenti

Se tornando dalle vacanze vi ammalate e vi viene l'influenza, se siete lamentosi e doloranti, uggiosi e tediosi, se siete sommersi da un mare di fazzolettini di carta e televisione e patate lesse sono la vostra compagnia, se volete solo la mamma, ma lei è lontana e per giunta influenzata come voi, allora solo una cosa può consolarvi: il ricordo dei paccheri con seppie, gamberetti e vongole preparati dalla mamma per la vigilia di Natale.
Stroncata dalla seconda influenza in un mese e mezzo vi saluto.


PACCHERI CON SEPPIOLINE, VONGOLE E GAMBERETTI

per 4 persone
300 g di paccheri
1 kg di vongole veraci
500 g di seppioline
500 g di gamberetti
aglio
olio
prezzemolo
vino bianco
2 o 3 pomodorini del piennolo

In un tegame capiente e coperto fate aprire le vongole con un bicchiere di vino bianco, 1 spicchio d'aglio e un po' di prezzemolo. Sgusciatele, tenetele da parte e filtratene il liquido.
In un altro tegame fate scaldare l'olio (calcolatene 1 cucchiaio bello abbondante per persona più uno per la pentola), i pomodorini, l'aglio (che poi provvederete ad eliminare) e un po' di peperoncino, fate cuocere le seppie tagliate a pezzi piccoli, pochi minuti mi raccomando, solo alla fine aggiungete i gamberi (che poi sguscerete) e le vongole che avevate tenuto da parte.
Nel frattempo lessate in abbondante acqua salata i paccheri, scolateli bene al dente e spadellateli nelle seppie, nelle vongole e nei gamberetti aggiungendo un po' del liquido filtrato delle vongole

cartoline dal Marocco

lunedì 10 gennaio 2011

Pubblicato da Lydia 30 commenti

nessuna ricetta imperdibile


nessuna dotta disquisizione sulla cucina del nord Africa


nessun consiglio illuminante, per quelli vi lascio a chi tiene la capa fresca...


solo qualche cartolina dal marocco

Dalla mia finestra

venerdì 7 gennaio 2011

Pubblicato da robertopotito 16 commenti



Già sto proprio invecchiando... mi ritrovo oramai a ricordare i bei tempi della mia infanzia, adolescenza e prima giovinezza.
I giorni in cui i sapori erano quelli "veri e genuini" come ad esempio: il formaggino della Susanna, il profumo ineguagliabile della Fiesta Ferrero che si vendeva anche in confezioni grandi da mezzo chilo, l'inconfondibile e salutare sapore della Idrolitina, la pubblicità di Spic e Span etc, etc...
Tuttavia, un ricordo veramente autentico e squisitamente genuino consiste nella meravigliosa vista di cui godevo dalla finestra della mia cameretta di via Guido Reni a Torino: le Alpi.
Erano talmente vicine che mi sembrava di poterle sfiorare con le dita e di poterne accarezzare le cime con le mani...le ammiravo mentre sgranocchiavo una fetta di questo pane con la Nutella.
Da moltissimi anni, non godo più di quella vista così suggestiva e piacevole, ma conservo nel cuore tantissime emozioni che proprio una vista del genere mi hanno regalato.



LA PAGNOTTA DELLE ALPI
Per avere dei buoni risultati da questa preparazione, vi consiglio vivamente di procurarvi dell'ottimo lievito naturale, oppure di prepararvi una biga molto aggressiva e vivace.
INGREDIENTI
400 GR DI LIEVITO NATURALE BEN MATURO E VIVACE
OPPURE
UNA BIGA PREPARATA NEL SEGUENTE MODO:
200 GR DI FARINA FORTE (W>320)
10 GR DI LIEVITO DI BIRRA MOLTO FRESCO
180 GR DI ACQUA A TEMPERATURA AMBIENTE
(impastare tutti gli ingredienti e fare riposare per circa 18 ore prima di unire all'impasto finale)
800 GR DI FARINA DI FRUMENTO 0
580 GR CIRCA DI ACQUA A TEMPERATURA AMBIENTE
2 CUCCHIANI DI SALE FINO
ESECUZIONE
Una volta che avete preparato la biga oppure il lievito naturale ( che sarà pronto per questa ricetta solo e se raddoppierà il proprio volume in circa un paio di ore), il gioco è quasi fatto!!!
Unite il lievito/biga alla farina e cominciate ad intridere per bene unendo molto lentamente l'acqua a temperatura ambiente e lavorando il composto con moderata energia.
Aggiungete l'acqua almeno in quattro differenti momenti: sbattendo l'impasto come se si trattasse della pasta di un ciambellone.
Cercate di fare incorporare più aria possibile all'impasto e non aggiungete altra acqua a meno che il precedente quantitativo non sia stato bene assorbito.
Alla fine della lavorazione, il vostro impasto dovrà presentarsi molto liscio quasi vellutato e dalla consistenza quasi leggermente appiccicosa, ma senza eccedere.
A questo punto, potete unire il sale fino ed impastare delicatamente affinché si possa diffondere unformente all'impasto che sistemerete in una grande ciotola leggermente unta di olio e coprirete con pellicola trasparente.
Fate riposare per una nottata intera ed il mattino successivo, senza sgonfiare eccessivamente l'impasto, rovesciatelo su di una teglia, cercate di dargli la forma di un ovale grossolano, vaporizzatene la superficie con acqua e spolverate con farina.
Fate riposare per un paio di ore circa ed infornate a 230° per i primi 15 minuti per poi proseguire fino a completamento della cottura a 180°.


ma che cos'é questa robina qua??

lunedì 3 gennaio 2011

Pubblicato da robertopotito 27 commenti

Mi aggiravo per le stradine di San Potito Ultra (AV) circa un paio di settimane fa, quando mi sono imbattuto nella vetrina dell’unica pasticceria del paese.
Mi sono saltate agli occhi delle splendide ciambelline intrecciate glassate. Entrato nel negozio come una furia ho chiesto ad Amelia (abile pasticcera e capacissima venditrice) di darmene un paio; immediatamente assaggiate mi hanno conquistato.
“ma che bontà…ma che cos’è questa robina qua?” le ho chiesto e la malcapitata: “ ma niente di che…mi era avanzato un pochino di impasto e così ho fatto queste ciambelle…”
Dopo vari tentativi di corruzione (dai complimenti per la sua bravura, agli apprezzamenti per il taglio di capelli), Amelia mi ha sganciato la ricetta che in effetti è estremamente semplice.
Dall’aspetto, ma solo dall’aspetto si potrebbero paragonare alle ciambelle ungheresi, il cui impasto, tuttavia, si presenta molto elaborato, consistendo in una pasta mezza sfoglia lievitata naturalmente che si intreccia amabilmente con la pasta per il Kranz.
Queste, invece, sono facilissime e di sapore gradevolissimo e ben più leggere.


CIAMBELLINE INTRECCIATE DI AMELIA


500 GR DI FARINA 0 (DEBOLE)
200 GR DI LATTE A TEMPERATURA AMBIENTE
10 GR DI LIEVITO DI BIRRA
SCORZA DI LIMONE GRATTUGIATA
50 GR DI ZUCCHERO SEMOLATO
BURRO FUSO

PER LA GLASSA A PRESA “RAPIDA”

200 GR DI ZUCCHERO A VELO
1 CUCCHIAIO DI SUCCO DI LIMONE
1 CUCCHIAIO DI ACQUA BOLLENTE


ESECUZIONE

In una terrina capiente, mettere la farina e sbriciolarvi il lievito di birra fresco assieme allo zucchero. Incorporare il latte a temperatura ambiente fino ad ottenere un impasto consistente e ben sodo (quindi non unire tutta la quantità di latte prevista in un solo colpo!!). La consistenza dell’impasto è fondamentale per ottenere e mantenere anche in cottura la forma delle nostre ciambelle. Quando l’impasto sarà quasi ultimato, unire la scorza di limone grattugiata ed un pizzico di sale fino.
Fate riposare l’impasto per circa 30 minuti e successivamente ottenere dei cilindri di pasta lunghi circa 10 cm e larghi 4/5 cm che appiattirete delicatamente con il mattarello.; spennellarli con il burro fuso ed attorcigliarli su se stessi come a formare dei torcioni e chiudere a ciambella (oppure potete potete dare anche la forma del bretzel) .
Spennellare nuovamente con il burro e fate riposare fino al raddoppio del loro volume.
Infornare a 180° fino a completa doratura (circa 25 minuti).Sfornate e fate raffreddare le vostre ciambelle attorcigliate e glassatele in modo non uniforme affinché l’effetto del torcione possa risaltare.