pastaggiando seconda puntata

giovedì 3 giugno 2010

Pubblicato da Lydia


Per la seconda ed ultima puntata di pastaggiando, il gioco fatto insieme Giovanna a ed alcuni amici, abbiamo preso in considerazione le paste d’elite, le paste che costano dai 3,50 € al kg in su.
Ci è apparso evidente in seguito a questa prova d’assaggio che il fatto che una pasta costi molto non significa che sia migliore di paste molto più economiche. Credetemi se vi dico che le paste arrivate ai primi posti di pasteggiando prima parte ci sono sembrate di gran lunga migliori di quelle arrivate ultime in questa seconda parte. Naturalmente questa è solo la nostra modestissima opinione.


Vi copincollo le precisazioni e le premesse, che sono valide anche qui.


  1. Ovviamente questo test è fatto in casa, alla buona, senza alcun valore scientifico o pretesa di esserlo, i nostri parametri sono stati fondamentalmente il sapore, la consistenza e l’aspetto. Noi non pretendiamo di essere depositarie del verbo, quindi prendete questo test per quello che è: un esperimento, un gioco e nulla più.

  2. Abbiamo scelto di assaggiare una pasta liscia, la pasta nasce liscia ed è anche quella che preferiamo. La prova avremmo voluta farla cattiva, anzi cattivissima, assaggiando i paccheri, ma non tutte le case li producono, quindi un po’ per ripiego la nostra scelta è caduta sule penne lisce. Alcune marche producono solo penne rigate e questo per noi è stato un punto a loro svantaggio.

  3. Siamo pienamente coscienti del fatto che ogni casa produttrice può essere più o meno forte su un certo formato, ciò significa che probabilmente, se avessimo fatto lo stesso esperimento con altri formati di pasta avremmo potuto avere un risultato differente.

  4. Il test/gioco è stato fatto assolutamente al buio: un’amica ha acquistato per noi le paste (avevamo solo un’idea delle marche che avrebbe scelto, non ne avevamo la certezza), il marito di Giovanna è stato il nostro notaio, ha provveduto a mettere le paste in sacchetti anonimi, a siglarle, e a mettere in busta chiusa e sigillata la corrispondenza tra marca di pasta e lettera. Solo a gioco concluso abbiamo aperto le buste.

  5. Non esistendo in Italia un disciplinare che stabilisca che caratteristiche debba avere una pasta artigianale rispetto ad una industriale, noi abbiamo preferito dividere le marche di pasta in 2 fasce di prezzo, la prima che comprende le paste che costano fino a € 3,50 per kg, la seconda dai € 3,50 in su. Nel primo scaglione abbiamo provato 5 marche di pasta e nel secondo 7, per un totale di 12 marche tra le più consumate e note. Naturalmente non abbiamo potuto assaggiare tutte quelle esistenti sul mercato.

  6. Alla prova di assaggio oltre a Giovanna e me hanno partecipato 2 amiche che si sono gentilmente prestate al gioco. Ognuna di noi ha stilato la sua graduatoria, le graduatorie sono state poi incrociate e quello che vedrete è il risultato finale.

  7. Abbiamo cotto 20 gr per ciascun tipo di pasta utilizzando delle pastaiole a doppio cestello con 4 lt di acqua salata



    Stavolta le paste prese in considerazione erano 7, quindi noi le abbiamo cotte in 2 tornate.



Abbiamo aperto i nostri soliti pacchettini, confezionati dalle solerti mani di Stefano, il marito di Giovanna, ed abbiamo cominciato le nostre osservazioni.


Noterete che le B, F, G sono rigate, pare che queste case non producano penne lisce. Da crude la pasta C e la pasta D risultano essere più ruvide delle altre, la F ha un aspetto un po’ plasticoso ed è più gialla delle altre, la E è un po’ più corta.

A questo punto abbiamo salato ed abbiamo cotto al dente.
Ognuna di noi ha assaggiato e, senza scambiarci pareri per evitare di influenzarci, abbiamo stilato le nostre classifiche, inserendo eventualmente qualche osservazione: le penne C e D sono belle spesse e di sostanza, la F si è cotta poco uniformemente ed è risultata un po’ viscida, cosa che è successa anche alla G, che però si è anche deformata, la B si attacca ai denti ed è un po’ collosa per i nostri gusti.

Dall’incrocio delle classifiche è venuta fuori questa graduatoria:
primo posto ex aequo penne C e D
terzo posto penne A
quarto posto penne E
quinto posto penne F
sesto posto ex aequo penne B e G



Aperta la busta e associando i numeri alle marche la classifica risulta essere:

Primo posto ex aequo Pastificio dei Campi e Vicidomini (C e D)
Terzo posto Setaro (A)
Quarto posto Martelli (E)
Quinto posto Felicetti monograno Matt (F)
Sesto posto ex aequo Latini con grano del Senatore Cappelli e Mancini (B e G)




Per completezza inseriamo anche i prezzi al kg a cui mediamente queste paste sono vendute
Pastificio dei Campi dai 7 ai 10 €
Vicidomini 4 - 5 €
Setaro circa 4 €
Martelli 4.30 €
Felicetti monograno Matt 6 €
Latini pacco blu con il grano del senatore Cappelli 7 €
Mancini dai 4,70 ai 6 €

27 commenti:

Gambetto ha detto...

Nel rapporto qualità prezzo comunque mediamente emerge che due delle più "economiche"(Vicidomini e
Setaro) sono anche state più apprezzate di altre appartenenti ad una fascia di costo superiore. Onestamente ho molto apprezzato questo tipo di divertissement che induce comunque a riflettere sul fatto che non sempre il prezzo equivale a qualità o quantomeno alle aspettative desiderate.
Grazie a prescindere, per la condivisione di un gioco che presta anche il fianco a possibili e facili critiche...ecco perchè tutte quelle premesse eh?! ahahahahaha :PP
Come ben sai non necessariamente sono d'accordo (vedi il commento alla prima parte) però mi piace lo spirito e perchè no il coraggio di fare questo post :))
Rubo la battuta a Diletta...un sorriso trafilato al bronzo a tutti! :))))

Lydia ha detto...

Gambetto, come ben sai non ci consideriamo depositarie del verbo, questi post sono stati fatti con onestà e secondo i gusti di 4 persone che non necessariamente devono coincidere con il gusto di chiunque.
So anche che questa seconda parte si presterà al maggior numero di critiche, perchè le paste agli ultimi posti, soprattutto al Nord, sono considerate molto in voga, ne sento parlare molto anche su alcuni blog

Gambetto ha detto...

E'proprio per questo che apprezzo, come dire, il coraggio di dire la propria pur prestandosi ad eventuali rotture di scatole di chi può trovarvi un pretesto per una vuota polemica. Mi piace l'emancipazione da ciò che è in voga quando è supportata con ragionevolezza e non per sport.
Brave per davvero :)))
PS
L'invidia sana però per la partecipazione al "festone" di Esposito a Vico quella non te la risparmia nessuno eh!! ahahahahahaha :DDDDDD

ornella ha detto...

Lydia, sono molto interessanti questi post, credo sia giusto esprimere la propria opinione in fatto di gusto con assoluta onestà. La vostra classifica non si discosta di molto dalle mie preferenze, anche se per me la pasta De Cecco rimane in assoluto una delle migliori nella quasi totalità delle trafile. E' un fatto di gusto personale, supportato dall'ottima tenuta di cottura, che per me è uno dei fattori fondamentali.
Mi hanno spiegato però, che questo fattore non è sempre indice di buona qualità( vabbé!) ma che invece si dovrebbe valutare ed osservare attentamente la limpidezza dell'acqua di cottura...
Così come sarebbe interessante controllare se i tempi di cottura indicati sulle confezioni corrispondano esattamente a quelli ottimali.
Sulle marche costosissime stendo un velo pietoso...
Un abbraccio e grazie,
Ornella

MilenaSt ha detto...

Non sapevo che non esistesse un disciplinare che indichi le caratteristiche che una pasta artigianale deve avere rispetto ad una industriale!
Ero curiosa di leggere la seconda parte di questo interessante post sperimentale.
Apprezzo il metodo e la serietà con cui è stato condotto e documentato ed in parte le coclusioni a cui è giunto (in parte, solo perchè non conosco tutte le paste che avete provato in questa seconda tornata!) ....

enza ha detto...

abbiamo la stessa identità di vedute, ho provato la latini senatore cappelli una volta sola nella mia vita e mai più...per scelta.
ne avevamo parlato.
conosco perfettamente la vicidomini (che mi piace moltissimo) e la setaro (che mi piace un pò meno) sul resto come sempre son convinta che sia businness e avete fatto un test davvero ben condotto, mi ripeto.
però la mia riflessione va alla suggestione prodotta negli ambienti giusti.
mi spiego: vai al ristorante e in carta trovi felicetti (ultimamente va di moda quella e la pasta latini s'è un pò declassata) torni a casa con il tarlo.
poi se non sei oculato o comunque cucinare non ti piace o se non hai il giusto background culturale e se sei falsamente convinto che tutto quello che costa tanto da mutuo sia buono allora il gioco è fatto.
boh...io questo esperimento lo divulgherei il più possibile perchè finalmente un messaggio giusto, coerente e sincero e soprattutto correttamente informativo.
(si, son tutti complimenti)

Lydia ha detto...

@ Ornella, naturalmente i gusti sono personali ed indiscutibili, però ad onor del vero le penne de cecco, pur mantenendo bene la cottura (non per nulla sono arrivate seconde), si sono un po' deformate in cottuta, dalla foto appare evidente.
Per quel che riguarda la limpidezza dell'acqua è vero ma fino ad un certo punto, nel senso che le paste trafilate al bronzo tendono comunque a rilasciare più amido in acqua di quelle non trafilate al bronzo.
E per quel che riguarda i tempi di cottura non sempre sono indicati.
Ad ogni modo, come è spiegato nella premessa, in questo test, gioco, chiamiamolo come più ci pare, non c'è nulla di scientifico, è stato fatto in casa alla buona.
Un caro abbraccio

@ Milena, in effetti molte delle paste testate in questa seconda parte da noi al Sud sono pressocchè sconosciute, anche se al Nord vanno forte

@ Enza, prima di tutto grazie per i complimenti.
Circa la suggestione hai perfettamente ragione secondo me. Io ho trovato certe paste (senza fare nomi, ma sono certa ci siamo intese) nei menu di ristoranti fighetti o pseudotali e pur trovandole io di pessima qualità, sentivo gente che le esaltava e decantava.
Per carità non ritengo di essere chissacchì, ma se una pasta risulta viscida e collosa, forse sbaglierò ma per me non è buona

fiOrdivanilla ha detto...

con grande dispiacere devo ammettere che non sono proprio intenditrice di pasta. certo avrei potuto dire la "mia" ma senz'altro di tutt'altro valore. Invece ciò che avete fatto voi (e l'idea di questa "pastaggiata" in generale) è davvero molto utile e bello. Mi piacerebbe imparare a conoscerla davvero la pasta e sai, da quanto ho cominciato a leggere più spesso i tuoi post proprio a tal proposito, ammetto di aver comperato 2 libri sulla pasta. non su RICETTE di pasta ma SULLA pasta. Che, come sai - tornando da Modena se n'era parlato:) - a me piace affrontare prima di tutto la teoria e poi la pratica. L'inventiva diciamo che non mi manca, più o meno, quindi ciò che voglio conoscere è la base.
Grazie per condividere queste cose così interessanti.

Per quanto dice gambetto sulla sana invidia della Festa a Vico... mi aggiungo anch'io!

un bacio

Mafaldina ha detto...

@Lydia, sono proprio contenta che la pasta dei Campi vi sia piaciuta così tanto! E ancor di più perché avete assaggiato alla cieca.
Siete state davvero coraggiose a fare questo tipo di prova e lo dico indipendentemente dal risultato.
Complimenti anche a Vicidomini.

Lydia ha detto...

@ Manu, neanch'io sono una grande intenditrice di pasta, ma mi piace molto, mi piace capire (come a te) e cerco di avere dei giudizi miei,non dettati dalle mode.
L'anno prossimo tutti alla Festa a Vico!!!

@ Mafaldina, era da tanto che ci frullava in testa questo esperimento, è stato un modo per rendere giustizia alla vera qualità.
Divertitevi a Londra!!!

elenuccia ha detto...

Non mi vergogno a dire che io trovo quasi "moralmente" sbagliato comprare una pasta che costi più di 3 euro al chilo. Non voglio dire che non siano migliori delle altre e che il costo non sia proporzionale alla qualità degli ingredienti e alla cura per la realizzazione, però io concepisco la pasta come "il cibo popolare, il cibo per tutti", quello che a poco prezzo permette di sfamare grandi quantità di gente.

Francesca ha detto...

Ciao cara Ly! Mi piace un sacco questo filone di post di past-a, da sperimentazione!

Una cosa stavo pensando: conoscendo la pasta Latini e pasta Mancini (in quanto marchigiana come loro), eppure non mangiandole da parecchio tempo (3 anni, causa celiachia) so che sono "particolari", nel senso che hanno un metodo cottura tutto loro (reminiscenze, ora non so dirti, ma casomai mi informo), da cui non bisogna scroaggiarsi dalla prima strana cottura...quindi mi chiedo (non per campanilisimo, intendiamoci, son tutt'altra cosa io..), pur essendo una prova "alla buona", se è in fondo valido confrontarle così..?

Lydia ha detto...

@ Elenuccia, certamente in linea di principio sono d'accordo con te, ma penso anche che se certe paste sono più care di altre perchè ce ne sia un motivo reale, mi può anche star bene. Sta a me poi scegliere se spendere o no i miei soldi in questo modo.
Il problema sorge quando il prezzo elevato è assolutamente immotivato.

@ Ciao Francesca!!!
Ultimamente ho approfondito un pò l'argomento pasta, perchè mi piace e perchè sono una curiosa.
La pasta va cotta in abbondante acqua salata, che è quello che abbiamo fatto, altro metodo di cottura non c'è.
Ti rimando a questo post, dove abbiamo sviscerato l'argomento http://tzatzikiacolazione.blogspot.com/2010/02/la-verita-vi-prego-sulla-pasta.html
Un bacio grandissimo

Alex ha detto...

Sicuramente piú "onerosa" la seconda prova (e non solo per una questione di prezzo) proprio per la diversitá delle paste e i tipi di grano (come ad esempio Senatore Cappelli e grano duro Matt che sono dei grani non utilizzati dagli altri pastifici). Non mi sorprende Pastificio dei campi al primo posto e Setaro al terzo. (P.dei campi non l'ho ancora provata pur avendo la pasta a casa, Setaro è sempre una garanzia)
ciao A.

Lydia ha detto...

@ Alex, se avessimo cucinato aragosta ci sarebbe costato di meno il post!!!
E' vero che il grano del Senatore Cappelli e il grano Matt li usano solo Latini e Felicetti, ma sempre grani duri sono.
Prova anche la Vicidomini, se ti capita, anche se è più difficile da trovare

Francesca ha detto...

sì sì avevo già letto tuttainteressata che ti credi :D

ok mi rendo conto che io sto parlando del sesso degli angeli, non mangiando proprio il glutine che è una delle cosa che fa-sì-che...però dicevo questo ,perche aveov sentito da fonti (penso) valide: il mio ragazzo che lavorò per un po' per la Latini ad esempio mi spiegava che fosse una pasta de seguire durante la cottura per il tipo di semola usata (vedi le varietà); e per la Mancini che ha una quantità di glutine superiore alle media, lo stesso Massimo Mancini lo dichiara....ma che te devo dì , io alla fine non lo saprò mai! per cui mi dico, fatti le paste tue :D.
promettimi iuna terza putnata su quelle senza glutine (mais, riso, grano saraceno)
un abbraccio a te carissima pastina :)
ninè

Lydia ha detto...

@ Franci, credimi se ti dico che la cottura è avvenuta con tutte le cure del caso.
Sai che non sapevo fossi celiaca?
Un abbraccio forte

@ Cibou, un ringraziamento per la fiducia sulla mia coerenza

Unknown ha detto...

...posso Lydia? per chi non lo sapesse, Lydia Capasso é in realtà l'ispiratrice della serie americana CSI che in realtà significa Capasso Scene Investigation. quando ho visto le paste ferme e distese, con le letterine al fianco.. immobili, mi é venuta in mente la scena di un 'crimine'..quale crimine? quando se magna me dovete chiamaaa.

Giovanna ha detto...

Eggi, scusa se mi intrometto, ma chiamare magnare questo (pasta lessa e a volte pure non eccelsa) mi sembra decisamente enfatico :-))))
Ci sono occasioni migliori per essere chiamati.

Unknown ha detto...

@Giovanna. c'é poco di enfatico in quello che dico direi al contrario che mi sarebbe piaciuto assistere a questa degustazione in blind. per svariati motivi ma tutte con il fine ultimo di comprendere e capire la percezione soggettiva del gusto. degustare in blind presuppone poche ed elementari regole. una di queste é la ripetibilità della sensazione del degustatore. non voglio fare concorrenza alla Capasso. S.I. ma sono certo che il mangiare, oltre alle 'occasioni migliori' in senso generale é un momento in cui sulla percezione del gusto intervengono fattori del tutto estranei al cibo e il fattore conviviale può prendere facilmente il sopravvento. insomma l'aspetto conviviale della situazione é stato sicuramente 'interessante' avendo conosciuto Lydia ;

Giovanna ha detto...

@Eggi: sì, in questo senso hai ragione. E' stato piacevole e divertente.

Lydia ha detto...

@ Eggi, mi hai fatto spatasciare dl ridere.
La prossima volta chiameremo anche te, puoi starne certo

Lady Cioffa ha detto...

innanzi tutto come minimo la prossima volta che organizzate queste cose mi invitate anche solo come osservatrice...ero molto curiosa dei risultati perchè visti i prezzi da gioielliere mi chiedo sempre se ne valga la pena!

Asa_Ashel ha detto...

anch'io mi unisco a quelli che, pur consumando pochissima pasta non amamdola particolarmente, sono curiosissimi di sapere e informarsi e questi post confronto-approfondimento mi piacciono molto.
Le paste di questo secondo post non le ho mai assaggiate anche se ne ho sentito parlare a volte, piuttosto ho realizzato che le uniche penne che ho mangiato in vita mia, lunghe o corte, erano sempre rigate. Credo sia arrivato il momento di far fronte alla lacuna delle penne lisce.

Anonimo ha detto...

Mi piace lo spirito del gioco. E anche il modo di portarlo avanti. Io non posso mangiare frumento e quindi non esprimo pareri. Se decideste di fare un tentativo anche con paste di kamut, ad esempio, mi piacerebbe che inseriste quella che uso (Vesuna - pastificio Columbro) e avere un vostro parere (ovviamente anche negativo)
A presto

Giulia Pignatelli ha detto...

ciao a tutti cari amici, vi ricordate di me? ora finalmente posso scrivervi visto che anch'io ho il mio account. Belle le vostre ricette, complimenti

robertopotito ha detto...

un saluto caro da Ibiza..